lunedì 14 maggio 2018
Il rifugio antiaereo di piazza Grandi
Piazza Grandi a Milano e il rifugio antiaereo nascosto dalla fontana
Nella prima metà del XX secolo, l’ Italia e l’Europa hanno conosciuto lunghi periodi di guerra e per questo in quel periodo vennero costruiti nelle maggiori città dei rifugi antiaereo in cemento armato anti -bomba e anti-gas.
E anche Milano, pesantemente bombardata durante la seconda guerra mondiale, aveva nel suo sottosuolo molti rifugi, chiamati ricoveri. La protezione della popolazione era compito affidato all'Unione nazionale protezione antiaerea (UNPA), in ogni condominio era nominato, in accordo con il Partito Nazionale Fascista, un capo fabbricato che aveva compiti di controllo e vigilanza sulla corretta applicazione delle norme di protezione e di oscuramento.
Il rifugio antiaereo di piazza Grandi a Milano
Uno dei primi rifugi - bunker a essere costruito fu quello sotto la monumentale fontana di piazza Grandi, a metà di corso XXII marzo, realizzato dal comune nel 1936 in cemento armato. Poteva ospitare fino a 450 persone e aveva 25 stanzette che si snodavano nello spazio quasi a creare un labirintico. La struttura è concepita in questo modo così che se il rifugio fosse stato colpito da una bomba, gli effetti della deflagrazione potessero essere contenuti e non coinvolgere l’intero spazio.
Quello di piazza Grandi è uno dei pochi accessibili e uno dei rifugi meglio conservati grazie al grande lavoro di recupero della fontana e del suo impianto idraulico che è terminato quest’anno. Oggi si può, dunque, visitare questo luogo facendo un vero e proprio viaggio nella memoria alla scoperta di un passato che non va dimenticato perché mai come in questi tempi bui, le tragedie possono ripetersi.
Il rifugio è stato ed è tuttora visitabile grazie all'associazione Neiade. Si possono ancora vedere le 25 camere, ripercorrere il dolore e la paura attraverso le numerose scritte presenti sulle pareti - vera testimonianza storica arrivata ad oggi conservata e inalterata dal tempo - valorizzate dal nuovo sistema di illuminazione. Il percorso nella memoria passa anche attraverso gli attacchi appena restaurati presenti all’interno del ricovero dove un tempo erano agganciati i secchi dell’acqua potabile per le persone nascoste. Sui muri, invece, erano elencate le regole di comportamento da avere all'interno dei rifugi. Per esempio non fumare, non introdurre cani.
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