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5 Film ambientati a Milano: registi top per grandi successi
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5 Film ambientati a Milano: registi top per grandi successi

 

Il cinema italiano, quello che i nostri padri amano raccontarci e che molti di noi hanno imparato a conoscere e ad amare, è ancora oggi il termine di paragone per un ciclo narrativo che sembra appartenere al passato.

 

Nonostante l'attuale leggera ripresa (si pensi a pellicole coraggiose e innovatrici dell'ultimo biennio), il cinema italiano odierno pare non poter ancora reggere il confronto con produzioni legate a una Città capace di donare tutta sé stessa alla settima arte.

 

Stiamo parlando ovviamente di Milano.

 

Grazie all'importanza rivestita nella storia moderna e per le sue bellezze architettoniche e naturali, il capoluogo lombardo si è prestato (e si presta ancora oggi) a fungere da perfetto complesso scenografico, senza bisogno di alcuna aggiunta artificiale.

 

Ora vorremmo presentare cinque film ambientati e girati a Milano, anche se si tratta di una piccola cernita e le pellicole degne di nota legate a questa meravigliosa Città non si possono contare sulle dita di una mano.

 

 

Le cinque giornate

 

Iniziamo la rassegna con l'unico film diretto da Dario Argento senza sfumature thriller o sovrannaturali, ma inquadrabile come commedia storica. Girato nel 1973, vede come protagonista un milanese doc, ossia il giovanissimo Adriano Celentano.

 

La pellicola offre un resoconto delle Cinque giornate di Milano, evento storico avvenuto a cavallo tra 18 e il 22 marzo 1848, e i fatti sono narrati dal punto di vista del delinquentello Cainazzo – interpretato dallo stesso Celentano - e il panettiere Romolo.

 

 

Il film rappresenta dunque un simbolo del capoluogo lombardo dal momento che, oltre all'ambientazione storica, buona parte delle scene sono effettivamente girate a Milano (tra cui Via Palazzo Reale).

 

Un buon mix di ironia e dramma e una caratterizzazione grottesca dei protagonisti in un'opera che all'epoca ottiene un buon successo di critica e pubblico, raggiungendo il traguardo di un 1 miliardo e 280 milioni di lire circa al botteghino.

 

 

Delitto d'amore

 

Da Dario Argento passiamo al regista Luigi Comencini il quale nel 1974 firma il proprio personale dramma "all'italiana", scegliendo l'ambientazione milanese, tra le cui vie si annidano buona parte delle riprese, svolte però in tutta la provincia e in maniera più rilevante a Cinisello Balsamo.

 

Si tratta di un film la cui notorietà è cresciuta con il trascorrere degli anni, dal momento che all'uscita nelle sale l'opera non venne apprezzata né dal pubblico né dalla critica, nonostante un cast di tutto rispetto che vede come protagonisti Giuliano Gemma e Stefania Sandrelli.

 

 

Il film vuole raccontarci le vicende di Nullo e Carmela, operai in uno stabilimento milanese tra cui sboccia l'amore e al tempo stesso notevoli incompatibilità, queste ultime incapaci però di intaccare il loro profondo legame.

 

Dunque ci troviamo di fronte a una storia d'amore e a una non velata critica all'industrializzazione massiccia del Nord Italia, come traspare dalle tragedie scaturite dall'inquinamento e dai numerosi danni ecologici, accompagnandoci tra i drammi dei protagonisti fino all'amara conclusione.

 

 

Un eroe borghese

 

Nel 1995 l'attore e regista Michele Placido dirige e interpreta la tragica e reale vicenda dell'avvocato Giorgio Ambrosoli (interpretato da Fabrizio Bentivoglio), tratta dall'omonimo romanzo dello scrittore Corrado Stajano.

 

Verso la metà degli anni '70, a Milano, il tenace l'avvocato Giorgio Ambrosoli ottiene l'incarico di liquidare la banca privata di Michele Sindona ma, scavando a fondo, realizza di essersi invischiato in qualcosa di molto pericoloso. Nonostante sia consapevole dei rischi, decide di indagare e collaborare con il Maresciallo Silvio Novembre (Michele Placido).

 

 

Un ritratto molto fedele dell'epoca, che copre un arco narrativo di circa cinque anni (dal 1974 al 1979) e regala la precedenza allo svolgimento delle indagini, senza dare troppo spazio alle vite private dei protagonisti, che saranno però inevitabilmente travolte.

 

Il film di Placido viene apprezzato dalla critica, come dimostrano i due David di Donatello portati a casa. Ma i punti di forza sono senza dubbio le interpretazioni di Placido e Bentivoglio, rese alla perfezione in una delle numerose e tragiche storie di uomini coraggiosi il cui sacrificio ha rappresentato una nuova base per costruire un futuro migliore per il Paese.

 

 

Quattro bravi ragazzi

 

Parliamo ora di una pellicola non particolarmente conosciuta e oggi difficilmente reperibile, capace di dividere pubblico e critica ma di ottenere al tempo stesso un importante risultato: far parlare di sé.

 

I protagonisti sono quattro ragazzi milanesi di buona famiglia, che di giorno appaiono come studenti modello e figli esemplari. La notte invece si trasformano in belve in grado di compiere ogni tipo di atrocità, fino a quando non si troveranno di fronte al proprio tragico destino.

 

 

La pellicola, diretta nel 1993 da Claudio Camarca, offre un affresco macabro della Milano negli anni '90, unendo sapientemente il dramma e il thriller e fornendo una visione pessimistica ma tremendamente reale della criminalità giovanile nelle metropoli.

 

Da una visione attenta comprendiamo come il film non intenda solo mettere in mostra violenza becera, ma voglia trasmettere un messaggio serio e attuale, come la possibilità di redenzione e la condanna della perseveranza, chiarendo come non sempre istituzioni e famiglia riescano a divenire una guida sufficiente per menti giovani e fragili.

 

 

Il posto

 

Concludiamo la nostra rassegna con un vero e proprio classico del cinema italiano, inserito nella prestigiosa lista del 100 film italiani da salvare. A livello premiale, il film si è aggiudicato anche l'ambito premio della critica alla Mostra internazionale dell'arte cinematografica di Venezia.

 

Il posto è un film drammatico del 1961 diretto dal regista Ermanno Olmi – qui alla seconda prova registica – i cui positivi giudizi lo hanno reso in pochi anni un regista particolarmente apprezzato anche all'estero.

 

 

La pellicola descrive la metropoli milanese di inizio anni '60, in cui il protagonista Domenico Cantoni (interpretato da Sandro Panseri) lotta per ottenere il tanto agognato posto fisso che gli consentirebbe di dare una svolta alla propria vita, mentre dietro le quinte la famiglia non sembra rendersi conto dei propri atteggiamenti invadenti.

 

Nonostante siano passati quasi sessant'anni,Il posto propone una tematica ancora oggi molto attuale e che riguarda ogni fascia di età e che rischia di non essere messa a tacere tanto facilmente, rendendo difficoltoso comprendere in quale contesto storico inserire il detto si stava bene quando si stava peggio.

 

 

A proposito di Milano, vi consigliamo di leggere anche i nostri approfondimenti: “Milano da visitare in 3 giorni, cose e luoghi da vedere” e “Eventi Milano 2018: programma e calendario date”.

 

 

A cura di Franco Fusè, direttore del sito Ottavarte.com.

 


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