lunedì 16 ottobre 2017
Parco Sempione un secolo fa!
Ci siamo stati tutti, chi più chi meno. Chi abita lontano magari ci va per un evento o per un picnic, chi vive nella zona lo frequenta abitualmente per fare jogging o chi lo attraversa per andare in centro, a piedi o in bici. Il Parco Sempione è una delle aree verdi di Milano con una superficie di 386 000 m² ma forse non tutti sanno che inizialmente era una zona più boscosa e faceva parte del Parco Ducale del Palazzo Visconteo. La famiglia Sforza, che risiedeva nel vicinissimo castello, lo fece ingrandire e cintare ma dopo la loro caduta tutta l’area venne completamente abbandonata e divenne sempre più selvaggia.
Uno spazio così vasto nel periodo delle carestie non poteva essere lasciato così trascurato e infatti intorno al 1862 il parco venne risistemato. Una parte venne destinata all’agricoltura e una parte, invece, venne spianata e usata come piazza d’armi.
Il periodo napoleonico trascorse senza grossi stravolgimenti per il parco ma quando Milano, dopo l’unità d’Italia conobbe il primo boom demografico, si pensò di eliminare totalmente l’area verde per costruire nuove abitazioni. Secondo il progetto dell’epoca, anche il castello sarebbe dovuto essere abbattuto. L’idea non piacque però ai milanesi e così venne redatto un piano che potesse proteggere l’area verde e prevedere la salvaguardia del forte.
Ma l’intera zona era comunque ancora completamente selvatica. Soltanto nel 1888 l’architetto Emilio Alemagna, cui oggi è dedicata la strada che costeggia il parco, disegnò la pianta attuale con viali, laghetti, prati all’inglese, ponticelli e un belvedere.
Da allora il Parco era diventato sempre più un punto di riferimento per i milanesi, un polmone verde dove era possibile allestire mostre e dedicare spazi agli eventi più importanti del ‘900. Nel 1906 e nel 1933, infatti, fu la location dell’esposizione internazionale e delle esposizioni triennali. Per quell’occasione venne realizzato il palazzo dell’Arte, che oggi è la sede della Triennale, in ricordo, appunto, di quell’evento storico, e venne innalzata la Torre Littoria, quella che oggi è meglio conosciuta come Torre Branca.
In realtà, la Torre Littoria, alta 108,60 metri e progettata dall’architetto milanese Giò Ponti, fu costruita sulle rovine della Torre Stigler, alta 40 metri e realizzata dall’ingegnere Augusto Stigler. La torre aveva due piattaforme, una a metà altezza e una quasi in cima, collegate da scale a schiocciola elicoidali, estremamente pericolose. Sulle terrazze, infatti, non potevano salire più di 40 persone a volta. La struttura fu poi abbattuta nel 1924, perché ormai completamente abbandonata a pericolante.
La Torre Littoria fu inaugurata il 10 agosto del 1933 ma perse questa dominazione dopo la caduta del fascismo. Nel 1939 sul tetto vi fu installato dall'EIAR, l'Ente italiano per le audizioni radiofoniche, un sistema trasmittente per la nascente radiovisione.
Quando poi nel 1972 si resero necessari dei lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza, furono i fratelli Branca ad occuparsi del progetto, restituendo la torre in perfetto stato. Da qui il nuovo nome.
All’interno poi fu realizzato un ascensore che in pochi secondi portava su in cima, da cui si poteva ammirare un bellissimo panorama di Milano.
Oggi la torre è utilizzata unicamente a scopo panoramico, oltre a ospitare alcuni ripetitori della Rai.
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