venerdì 17 marzo 2017
Giornata mondiale del sonno: siamo quasi tutti insonni
Con la primavera, iniziano le belle giornate, c'è più luce e la voglia di uscire si moltiplica rispetto all'inverno, ma è anche il periodo in cui si è più stanchi. Un vecchio proverbio dice "aprile dolce dormire", verissimo, ma è anche vero che proprio in questo momento dell'anno alla voglia di appisolarsi corrisponde un aumento dei disturbi del sonno.
Se ne parla proprio oggi che è la Giornata mondiale del sonno. Ogni anno l'appuntamento per spiegare e approfondire i disturbi connessi al dormire, che potrebbe sembrare l'attività più normale del mondo, occupa, infatti, un terzo delle nostre vite, ma non è così per tutti.
Ben 9 milioni di italiani soffrono di insonnia, un disturbo che si ripercuote negativamente sulla salute, sulle performance lavorative e sulla qualità della vita e di certo non aiutano certe nostre abitudini: controlliamo posta e social networks spesso anche di notte, il lavoro e lo stress non ci abbandonano mai nemmeno sotto le coperte e spesso avere la tv accesa in sottofondo non permettere il rilassamento del cervello. Poi, certamente, all'insonnia contribuiscono menopausa, problemi dell’età o altri disturbi medici.
Non c’è dubbio che un buon riposo notturno è elisir di salute e benessere. "Per il nostro organismo, dormire – e dormire bene – è importante quanto nutrirsi o dissetarsi" – spiega Lino Nobili, neurofisiopatologo e neuropsichiatra, Coordinatore Scientifico del Progetto Sonno&Salute – "qualsiasi situazione che interferisca con la qualità e quantità del sonno, particolarmente se duratura, può contribuire ad alimentare problemi di natura psicologica e cognitiva così come di natura endocrina, immunologica e cardio-vascolare. Intervenire precocemente sui disturbi del sonno può essere, quindi, determinante per migliorare lo stato di salute complessivo della persona".
Secondo un recente studio, anche i bambini non riposano bene. In Italia oggi, due su 10 dormono male con conseguenze sulla qualità della loro vita. A riscontrarlo i ricercatori dell’Università di Parma nell’ambito del progetto di educazione alimentare e motoria Giocampus. Lo studio ha evidenziato che il 19% dei bambini (138 su 720) dell’ultimo anno delle scuole elementari di Parma ha una scarsa qualità del sonno.
E dietro questo disagio ci sono situazioni e abitudini scorrette: la condivisione del letto o della stanza nel 44,4% dei casi (con possibili interferenze esterne dovute alla presenza di familiari e/o animali domestici) l’utilizzo del cellulare o del tablet mentre si è a letto (1,4%), la luce accesa parzialmente o del tutto (29,8%), il mangiare o bere (anche caffeina) prima di coricarsi (70,3%), alzarsi per andare in bagno, anche più volte per notte (30,7%). Ciò può influire sullo stato di salute complessivo dei bambini che talvolta si svegliano stanchi (84%) o rischiamo di addormentarsi sui banchi a metà mattina o nel pomeriggio (73%).