mercoledì 13 giugno 2018
Aperta Casa Chiaravalle
A Casa Chiaravalle di Milano, il bene confiscato alla mafia più grande della Lombardia, nasce il condominio solidale per le donne vittime di violenza e della tratta, italiane e migranti.
Cos'è Casa Chiaravalle?
Casa Chiaravalle è stata sequestrata nel 2009 e confiscata nel 2012 a causa delle attività illecite del suo proprietario ma ora ritorna alla città diventando un luogo aperto al quartiere, secondo le direttive della socialità e dell’accoglienza.
La proprietà, riqualificata grazie all’intervento dell’associazione Passepartout, Gruppo Banco BPM e l’associazione Amici di Casa Chiaravalle, comprende tre ettari di giardino, sette ettari di terreno agricolo, 700 mq di capannoni e 1300 mq di immobili e ad essa sarà collegata una rete di appartamenti e altre soluzioni abitative diffuse (housing sociale, co-housing, strutture di ospitalità comunitaria con mix di utenza) gestite da Passepartout, per un totale di altri ottanta posti. Particolare attenzione è stata posta alla ristrutturazione dell’intero complesso ad opera dell’architetto Riccardo Curcio e all’interior design affidato ad Alterstudio Partners.
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La struttura ospiterà settanta persone, per la maggioranza donne in uscita da percorsi di contrasto alla violenza o che vivono un disagio abitativo, ma anche le loro famiglie. L’obiettivo è creare un ambiente in cui interno ed esterno possano conoscersi e confrontarsi. Passepartout gestirà, ad esempio, diversi “laboratori di convivenza”, momenti in cui gli ospiti della casa e i residenti del borgo potranno incontrarsi. Ma attorno a Casa Chiaravalle nasceranno anche attività culturali e aggregative: aperitivi, cene, proiezioni di film, performance artistiche.
Sia gli ospiti che gli abitanti della zona potranno, inoltre, sfruttare le opportunità offerte dal bosco-giardino circostante per imparare, coadiuvati dagli operatori di Passepartout e delle altre imprese sociali coinvolte, a gestire un orto o a curare il verde. Si cercherà, infine, di mettere a frutto le competenze di tutti gli ospiti, italiani e stranieri, favorendo tra l’altro percorsi di sostegno alla nascita di micro-imprese o la frequenza di corsi di sartoria e italiano al fine di creare occasioni di lavoro.
"Milano ha il dovere ancora più forte, di dimostrare che qui si può e che le cose possono funzionare" ha commentato il sindaco Giuseppe Sala. "I beni confiscati alle mafie devono tornare a fare parte della collettività" ha aggiunto l'assessore Majorino. "Legalità e solidarietà sono binomio inscindibile e oggi lo dimostriamo".
A questa pagina troverai tutte i contatti utili per poter chiedere qualsiasi informazione: http://retepassepartout.it/#comecipuoiaiutare
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